Mascherine FFP2 di qualità e il controllo della produzione

17/03/2022 | 0 commenti

Quando acquistiamo una mascherina FFP2, siamo sicuri della sua qualità?  Ormai quasi tutte le mascherine FFP2 di qualità importate o prodotte in Italia hanno il marchio CE seguito da 4 cifre che indicano l’organismo notificato che ha certificato la mascherina.  Ma siamo sicuri che i materiali utilizzati corrispondono a quelli della mascherina usata all’origine per la certificazione?  La risposta è “no” e tocca all’importatore e il distributore fare i controlli opportuni.  Quali sono questi controlli?

Com’è fatta una mascherina FFP2

Prima di verificare se le nostre sono mascherine FFP2 di qualità, cerchiamo di capire come devono essere fatte. Quanti strati devono avere?  Di che materiale sono composti i vari strati?  L’elastico per le orecchie è di buona qualità ed elasticità?

La mascherina FFFP2 ha quattro strati di TNT (tessuto non tessuto) a diversa densità:

– lo strato interno in TNT leggero (25 g/m2), prodotto con la tecnologia Spunbond. La funzione di questo strato è di proteggere il volto evitando il contatto diretto della cute con lo strato filtrante intermedio. Lo strato interno assorbe le particelle del respiro emesse dalla bocca e dal naso. Funziona anche da protettore del filtro successivo intermedio dall’umidità del respiro mantenendo stabile il livello di umidità. Lo strato interno serve anche a dare la forma alla mascherina.

– uno strato intermedio di polipropilene da 25 g/m2 prodotto con la tecnologia “Meltblown” che filtra le particelle più piccole di 5 micron e le trattiene con una carica elettrostatica.

– un altro strato intermedio che serve a bloccare buona parte delle particelle organiche. È considerato il cuore filtrante della mascherina FFP2 ed è costituito da due o più strati di TNT che rendono tortuoso il passaggio dell’aria, in particolare quelle fino a 10 micron di diametro. Questo strato è “di hot air cotton” con grammatura alta (45 g/m2). Si chiama “hot air cotton” perché questo filtro viene applicato con l’iniezione di aria calda che lega il filtro ai due strati adiacenti per modellare e fissare la forma della mascherina

– infine lo strato esterno di tnt Spunbond della grammatura più alta (50 g/m2) che deve avere resistenza meccanica e proprietà idrorepellente e rende la FFP2 impermeabile isolandola dalla polveri e dalle particelle di liquido.

Le tecnologie Spunbond e Meltblown

La tecnologia Spunbond consente la produzione del poliestere (tnt) con cui sono fatti gli strati della mascherina FFP2. La materia prima è un polimero come le scaglie dal riciclo di bottiglie di plastica. Mediante la tecnologia Spunbond, il materiale viene estruso da macchinari che stirano e formano filamenti continui creando un velo su un nastro trasportatore. I filamenti vengono legati con varie tecniche come ad esempio l’interlacciatura con acqua ad alta pressione.

Il processo Meltblown funziona come il processo Spunbond per la fase di estrusione e filatura del materiale,

I rotoli di Spunbond e di Meltblown che vengono fissati ai macchinari per la produzione son larghi 26 centimetri.

Esistono macchinari sofisticati per la produzione delle mascherine, come possiamo vedere in questo video.  Ma la cosa più importante per i produttori è la scelta del materiale che alimenta le macchine.

L’importanza del marchio CE

La presenza del marchio CE è già un buon indicatore che ia ffp2 che indossiamo rientra fra le mascherine FFP2 di qualità. Ma la risposta è che non ne possiamo essere certi ed è responsabilità dell’importatore fare tutti i controlli possibili per verificare la qualità e i materiali. Innanzitutto perché è buona pratica commerciale: le aziende che vendono buoni prodotti si garantiscono una clientela soddisfatta che torna a comprare. In secondo luogo, perché quando la merce arriva in Italia deve passare i controlli doganali. Se l’Agenzia delle Dogane ha dei dubbi, ha la facoltà di bloccare la merce e chiedere un’ispezione approfondita. Nel migliore dei casi, si incorre in ritardi e si rischia di stare senza stock. Nel peggiore dei casi, il rischio è il sequestro della merce e il pagamento di sanzioni.

Come controllare la qualità

Quando ci occupiamo direttamente dell’importazione delle mascherine, inviamo il nostro personale dagli uffici di Hong Kong e di Shenzhen a controllare la produzione. Spesso siamo accompagnati da società specializzate nel Controllo di Qualità che paghiamo per il loro servizio e stilano per noi un report indipendente.Alla fine del controllo il team prepara il cosiddetto “Pre-shipment inspection report” che può essere lungo anche più di 30 pagine.

I controlli nella produzione delle mascherine

Importiamo prodotti da 20 anni e sia che si tratti di una mascherina che si tratti di un peluche per bambini, la gestione di un progetto di produzione comporta sempre le stesse fasi. Nel caso delle mascherine, la prima cosa che facciamo è scegliere il modello da produrre e ci facciamo dare dei campioni dal produttore. Questo campione diventa il “master”, il riferimento per il lotto di produzione che dovrà essere dello stesso livello del campione che abbiamo scelto.

Appena finisce la produzione e prima della spedizione entra in gioco il team di ispezione per il controllo della qualità della mascherina. Alla fine del controllo il team prepara il cosiddetto “Pre-shipment inspection report” che può essere lungo anche più di 30 pagine. Ma vediamo in dettaglio la sequenza di tutte le fasi.

  • Controllo quantità

Il primo controllo è quello della quantità: la fabbrica ha prodotto il totale delle mascherine richieste o ne mancano alcune? I cartoni includono il numero di mascherine segnate all’esterno? Ovviamente nel caso di grosse produzioni non è possibile controllare tutto, quindi si procede con un controllo a campione. Nell’esempio che vedremo fra poco, la produzione era di 90000 mascherine e il campione esaminato era di 500 pezzi.

  • Peso e misure degli imballi

Può sembrare secondario, ma è importante controllare che il peso e le misure dei cartoni corrispondano a quanto dichiarato dalla fabbrica all’inizio del progetto. Perché? Non basta semplicemente verificare che sia stata prodotta la quantità di mascherine richieste? La risposta è “no” perché prima di confermare la produzione si devono calcolare i costi di spedizione e ci si basa sulle specifiche degli imballi. Se durante il controllo vien fuori che i colli sono di più, sono più grandi o più pesanti, questo può incidere sul costo di trasporto.  Un altro aspetto è la gestione dell’e-commerce, specialmente se si tratta di un riordino di un articolo già prodotto in precedenza che si vende regolarmente sul sito. Se il prodotto sul sito e-commerce è impostato con una determinata unità di vendita, ad esempio “scatola con 50 mascherine FFP2 di qualità certificata”, vogliamo che gli stessi imballi siano rispettati per le successive produzioni.

  • La robustezza dell’imballo

Le scatole devono poter reggere gli spostamenti e proteggere il contenuto. Si fa cadere la scatola 10 volte da un’altezza di 70 cm, sui lati e sugli angoli e si include una fotografia degli angoli nel report.

  • Il controllo dell’etichettatura

Un altro controllo è quello dell’etichettatura. Sui cartoni esterni è buon uso indicare tutte le informazioni necessarie per una corretta identificazione dei prodotti e per la loro movimentazione. Una buona etichettatura include le seguenti informazioni:

  • Contenuto: di che prodotto si tratta?
  • Codice prodotto: per un corretto caricamento del prodotto a magazzino.
  • Quantità: quanti pezzi ci sono nel cartone?
  • Misure e peso del cartone
  • Paese di origine, ad es. Made in China
  • Nome dell’importatore
  • Codice a barre per facilitare la scansione

Lo stesso vale per gli imballi interni al cartone. A volte il cartone esterno contiene mascherine sfuse ma in genere ci sono un numero di imballi interni (chiamati anche “sottoimballi”) che possono costituire unità di vendita a se stanti. Più che altro facilitano il conteggio delle mascherine quando non si vendono cartoni interi.

  • Il foglietto delle istruzioni

Il foglietto delle istruzioni include la lingua richiesta dal mercato di destinazione? Corrisponde al file di stampa che abbiamo mandato al produttore?

  • La stampa sulla mascherina

Sulla mascherina sono presenti le informazioni richieste dalla normativa? La qualità della mascherina si valuta anche dalla qualità della stampa: tiene o si sbiadisce facilmente? Per controllare la stampa si prende un pezzo di nastro adesivo, lo si preme sulla stampa e si vede se si porta via dell’inchiostro. Per quanto riguarda la dicitura, la mascherina deve avere stampato:

  1. Il nome del modello
  2. La dicitura “FFP2” e “NR” se si tratta di mascherina monouso
  3. La sigla EN149:2001+A1:2009 a conferma che la certificazione è stata eseguita applicando lo standard per la normativa CE
  4. “CE” seguita dalle 4 cifre dell’organismo notificato
  • La composizione della mascherina

I tecnici controllano la qualità della mascherina con le seguenti prove:

  1. Controllano le misure della mascherina e degli elastici.
  2. Controllano il peso della mascherina.
  3. Tagliano un campione per verificare la presenza dei 5 strati e l’assenza di particelle estranee.
  4. Versano acqua all’interno della mascherina per verificare che sia in grado di trattenere i “droplet”
  5. Effettuano la prova di trazione per verificare la resistenza dell’elastico della mascherina stabilita nei parametri della norma EN 149:2001+A1:2009

Prima di concludere il report, gli ispettori controllano il carico della merce sui camion per certificare la partenza di tutti i colli e che non ci siano sostituzioni.

Ti interessa saperne di più sulla certificazione CE e su come individuare mascherine FFP2 di qualità?  Guarda il sito europeo con gli organismi notificati

Vai a mascherine FFP2

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